Come dovrebbe essere l’ufficio ideale per essere “a prova di giovane”? Quali caratteristiche dovrebbero avere il luogo e la gestione del lavoro, per rispondere alle esigenze di Millennial e Gen Z?

L’abbiamo chiesto ai nostri collaboratori under 35: concreti fruitori dello spazio da un lato, conoscitori del mercato e delle sue dinamiche dall’altro.

Ecco i risultati delle nostre interviste!

Questione di comfort, dall’azienda alla workstation

Le tendenze del mercato globale sono le stesse che si ritrovano nelle parole di chi lavora in Frezza: l’approccio alla progettazione dell’ufficio dev’essere “umano-centrico”.

È necessario ripensare il layout per creare nuovi spazi, basati sulle attuali esigenze dei lavoratori.

Cresce la richiesta di aree che possano fungere da salette riunioni comode e informali, dove potersi incontrare anche con persone esterne all’azienda. Queste zone devono essere arredate in modo da incentivare la collaborazione, ad esempio attraverso l’utilizzo di tavoli alti, meglio se con le ruote come Nomad.

A questi ambienti dovrebbero aggiungersi anche spazi non strettamente lavorativi, come zone lounge e work cafè dove rilassarsi e socializzare, o aree dedicate al pranzo attrezzate integralmente (anche a livello di elettrodomestici), per potersi gestire autonomamente durante la pausa.

O ancora aree in grado di sopperire a bisogni extra lavorativi dei dipendenti, come sale corsi, palestra o asilo aziendale.

Il comfort a 360° è un’esigenza anche nella postazione di lavoro: in molti hanno espresso il desiderio di una scrivania sit-stand, da abbinare a una seduta ergonomica che permetta un’ampia libertà nelle regolazioni.

Attenzione alla sostenibilità

Un ufficio più green: la sensibilità dei giovani verso l’ambiente si è fatta sentire anche nella nostra intervista. La sostenibilità aziendale secondo gli under 35 deve passare attraverso tante azioni diverse, che spaziano dalla digitalizzazione dei documenti (con conseguente abolizione dell’archiviazione cartacea) a iniziative per il risparmio energetico e per un comparto produttivo più green.

Si spingono anche verso una maggior attenzione dei singoli individui, con regole per la raccolta differenziata, l’abolizione dell’uso della plastica monouso (bottigliette, palette per il caffè, involucri per gli snack, ecc…).

Il green diventa anche obiettivo della progettazione: i giovani vogliono uffici dove la natura entra concretamente, con piante, muri verdi e spazi aperti all’esterno.

Idee con un punto di domanda

Tra le necessità emerse ce ne sono alcune che suscitano ancora dei dubbi.

Prima fra tutte l’open space: lo spazio aperto è considerato ottimo per la collaborazione e per un utilizzo dello spazio di lavoro anche come showroom. Dall’altro lato c’è però la paura che la confusione possa distrarre, soprattutto per chi è abituato a lavorare in piccoli spazi e con poche persone.

Viene vista come un’arma a doppio taglio anche la flessibilità. In molti hanno espresso la volontà di poter usufruire di smart working, lavoro ibrido e orario di entrata e uscita differenziato, per raggiungere un miglior equilibrio casa-lavoro.

Questo però può portare a disagi proprio nella vita in ufficio, per la difficoltà nel reperire i colleghi quando si lavora allo stesso progetto, a causa degli orari diversi.

 

I giovani d’oggi sono molto sensibili alle tematiche del benessere lavorativo e comprendono i meccanismi che influenzano i cambiamenti – sempre più veloci – del mondo del lavoro. Spetta anche al progettista interpretare i bisogni delle nuove generazioni, offrendo spazi flessibili e costantemente al passo coi tempi. Tutto ciò è possibile solo abbracciando una visione più umano-centrica, creando così un vero e proprio design for evolving humans.

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