Negli ultimi anni il mondo è cambiato. Sono cambiati il modo di lavorare, il luogo dove fisicamente svolgiamo le attività quotidiane, la disposizione e la scelta degli arredi in ufficio. Sempre più persone hanno scelto di diventare nomadi digitali, mentre altre non tornerebbero mai più al lavoro full remote.

Gli ultimi quattro anni ci hanno soprattutto trasformati psicologicamente: sempre più studi hanno evidenziato come il susseguirsi dei diversi lockdown abbia inciso negativamente sull’apertura verso gli altri e sull’empatia, rendendoci sempre più introversi e riservati

D’altronde l’uomo si trasforma di continuo ed eventi di questo genere non possono che velocizzarne il processo.

Gli spazi di lavoro devono monitorare e facilitare questi cambiamenti, proponendosi come vedi Design for evolving humans. Ma cosa significa nel 2023?

Ufficio, varietà e aria di casa

Sono passati ormai tre anni da quando abbiamo parlato per la prima volta di third place e più di trenta da quando il termine è stato coniato. Questo spazio quasi etereo si pone in un limbo tra la presenza in ufficio e il lavoro in remoto, tra l’orario di lavoro e il momento di pausa: può essere il work cafè, l’area lounge o un qualsiasi spazio collettivo dedicato alla socializzazione.

La sua caratteristica principale è l’essere community-centered, per fare sentire la persona parte di un gruppo e permetterle di passare del tempo con i colleghi.

Al tempo stesso però, come anticipato, hanno tutti bisogno di spazi privati, dove poter lavorare in tranquillità e senza interferenze altrui.

È facile intuire come sia impossibile per un’azienda avere uffici individuali per ogni suo dipendente: entrano così in gioco soluzioni progettuali alternative, per dividere in modo flessibile gli spazi dell’ufficio. Pal System rientra proprio in questa categoria, grazie alle sue quattro versioni (Pal Room, Pal Spina, Pal 82 e Pal 38) e alla loro modularità.

E se facessimo un passo in più?

Negli uffici più innovativi e con maggiore disponibilità di budget, così come negli edifici dove convivono più aziende o nei coworking, sta prendendo sempre più piede il concetto di “hoteling”, un approccio di cui si parla già nel 1998 nell’Harvard Business Review.

L’hoteling fa suoi i principi del settore hospitality, offrendo ai dipendenti dell’azienda un concierge (chiamato anche workplace maître) e la possibilità di usufruire di spazi e servizi su prenotazione.

Utopia o realtà? Quel che è certo è che stiamo assistendo a una trasformazione radicale dell’ufficio, sempre più lontano dai suoi canoni più tradizionali. Le parole chiave sono ora privacy, comunità e servizio: ogni azienda deve declinarle a modo suo, ascoltando le persone e anticipandone i bisogni.

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