L’ufficio del 2020 è “agile”, verde e attento al benessere di chi lo occupa. Ecco come le nuove tendenze si preparano a conquistare i nostri spazi produttivi  e allietare la giornata lavorativa con i comfort di una casa.


Alplus, design Marco Zito

Benessere e design biofilico

Di design biofilico si parla ormai da decenni, ma sempre di più i suoi concetti diventano progetti concreti, anche in ambito ufficio. Il confine tra outdoor e spazi interni è sempre più sfumato, grazie all’utilizzo di grandi vetrate, colori che richiamano la natura (verdi e marroni in prima linea), quadri e stampe a tema bucolico e – ovviamente – piante vive.

La ragione è presto detta: le caratteristiche dell’habitat naturale degli essere umani è il passaggio logico per il movimento del design “verde”. Anno dopo anno si moltiplicano gli studi che attestano i benefici del lavorare in luoghi ornati da vegetali e richiami naturalistici. Riduzione dello stress, rigenerazione dalla fatica mentale, serenità nell’approcciarsi agli altri sono solo alcuni esempi.

Si tratta di vantaggi traducibili, secondo l’università britannica di Exeter, in incrementi di produttività fino al 15 per cento. L’inserimento della natura nell’ambiente ufficio non è più quindi lusso di pochi, ma un vero investimento imprenditoriale perché dà energia alle persone che lo utilizzano. Il tutto, integrato con un’attenzione speciale al benessere.

Nel 2020 vedremo moltiplicarsi le sedute ultraconfortevoli, le scrivanie sit-stand che incoraggiano a muoversi, fino agli sleeping pods – morbidi cubicoli per distendersi qualche minuto fra un meeting e una presentazione.

Un po’ di privacy, please.

Web company troppo disinvolte con i dati personali e social network sempre più onnipresenti: sarà anche per questi fattori, diventati leitmotiv degli ultimi tempi, che il desiderio di maggiore privacy si propaga anche in ufficio. L’ultimo US Workplace Survey, il sondaggio Gensler sui posti di lavoro degli americani, certifica la crescente insofferenza per gli open space affollati. Buoni propositi per il 2020? Aggiungere agli spazi condivisi qualche oasi di tranquillità. E “spezzare” gli ambienti più grandi con separatori salva-privacy: in vetro, per non perdere luce, o con pareti divisorie, per organizzare lo spazio all’insegna dell’agilità e della modularità.

Polifunzionale? No, flessibile-dinamico.

A proposito di modularità, se non hai ancora sentito parlare di dynamic flexibility, annota  questa espressione, che potrebbe diventare la parola d’ordine di uno dei maggiori trend del design da ufficio.

Evoluzione del concetto di “spazio polifunzionale”, la flessibilità dinamica sfrutta una nuova generazione di elementi mobili, leggeri ed ergonomici, per adattare rapidamente gli spazi a qualunque scopo. Complici pareti scorrevoli, mobili leggeri e luci “smart” ad assetto variabile, uno spazio scrivanie si trasforma così in una sala riunioni, un salotto diventa un home office, uno spazio produttivo un’area per il relax.

In ufficio, al caffè.

Lo smart working è un altro trend globale ormai stabilmente insediato ovunque: superano ormai il 56% le aziende italiane che offrono (o offriranno a breve) una forma di lavoro agile, certifica l’Osservatorio del Politecnico di Milano. Nei paesi del Nord Europa la percentuale è ancora più alta: già nel 2011 la Finlandia offriva questa possibilità nel 92% dei casi. Negli Stati Uniti, dove lo smart working è in continua crescita, ben 4.3 milioni di persone lavorano da casa almeno per metà settimana.
L’ufficio del 2020 è chiamato quindi a offrire soluzioni a un esercito di lavoratori che si muovono fra azienda e home office. La casa, allora, si fa ufficio – incorporando tecnologie e postazioni flessibili – e l’ufficio si fa casa: entrano in scena frigoriferi e spazi adibiti al gioco, aree relax e persino zone per il fitness e work cafè.

Tra qualche anno potremo dire che non ci saranno più gli uffici di un tempo. E ne saremo felici.