Come lo spazio lavorativo sia cambiato nel corso degli anni è da sempre al centro del nostro interesse. Abbiamo parlato in diverse occasioni che l’evoluzione e integrazione delle tecnologie ha condotto progressivamente a nuove culture di lavoro e conformazioni di ambienti non convenzionali. Oggi vogliamo concentrarci sulla huddle room. 

Come si evolve l’open space al lavoro: la huddle room

Secondo un paper di Frost & Sullivan nel mondo ci sono all’incirca 30 milioni di huddle room. Parliamo di una tendenza che si è consolidata negli ultimi anni grazie al diffondersi degli open space, secondo principi ed esigenze diversi tra loro.

Ma, in breve, cos’è la huddle room? All’interno di workplace che vanno in una direzione open, si rendono necessari spazi definiti – magari insonorizzati – che permettano a piccoli gruppi di lavoro, da 3 a 6 persone al massimo, di riunirsi.

Le moderne tecnologie hanno permesso all’huddle room di settarsi sia come spazio fisico per i dipendenti dell’azienda che necessitano di un’area riservata per brevi incontri e meeting, quanto come spazio virtuale, nel momento in cui si rendano necessarie conference call.

Non avendo bisogno di prenotazione, come per le tradizionali grandi sale riunioni, le huddle rooms consentono di  organizzare riunioni veloci e non programmate; motivo per cui devono essere facilmente raggiungibili e presenti ad ogni piano o area di lavoro.

Negli ultimi anni, da semplice stanza che garantiva una comunicazione one-to-one, si è progressivamente evoluta – con l’introduzione di telefoni, di piccole postazioni e tecnologia audio e video – in una sorta di piccola enclave autonoma da non più di 10 o 12 mq. La dimensione ridotta rende opportuno un adeguato ricambio d’aria, nonostante non sia prevista una permanenza prolungata.

Le huddle rooms rappresentano un’area confortevole, tecnologica e di design che è oramai parte integrante della comunicazione e collaborazione di una forza lavoro dinamica, aperta alle tendenze tecnologiche e sociali, ed è particolarmente efficace per un segmento di utenti sempre più ampio che richiede maggiore flessibilità nel proprio lavoro.

Questi spazi offrono infatti un approccio più flessibile per svolgere la propria attività in un ambiente meno formale – rendendoli un catalizzatore per i millennial – che cercano un’oasi di collaborazione.

Rispetto a qualche decennio fa in cui la tecnologia di collaborazione era integrata e limitata solo a grandi e costose sale riunioni, l’implementazione di comodi micro-ambienti, corredati da servizi audio e video conferenza, sta diventando strategica nel supportare la cooperazione sia per i dipendenti interni che per quelli remoti nel sentirsi inclusi e parte attiva della conversazione.

Non solo, all’interno di questi ambienti, confortevoli e connessi, risulta più semplice incoraggiare un team di lavoro nel condividere obiettivi e strategie.

k2 per humble room

Privacy e insonorizzazione: la parete divisoria Frezza

Le nostre pareti divisorie – come ad esempio la collezione K82 – vanno incontro a questo tipo di esigenza: all’interno di un ambiente di lavoro open space, garantiscono il giusto grado di privacy isolando uno spazio in maniera naturale e dinamica.

Nelle cave dei profili estrusi in alluminio vengono inseriti pannelli in vetro, melaminico o legno. Questo tipo di parete viene proposta nelle versioni doppio vetro, monovetro, vetro offset o versione cieca. Ben si comprende che questa sorta di privacy fluida venga ampiamente assicurata.

Un altro aspetto importante, è il grado di riservatezza acustica. La huddle room rafforza la sua prestazione nel momento in cui viene assicurato il minor impatto di suono possibile. Sia dall’esterno verso l’interno che viceversa.

Per sfruttare al massimo gli spazi disponibili e pensare ad un workplace moderno e funzionale, serve inevitabilmente prevedere nel proprio lay out progettuale anche l’huddle room.

 

Parte dell’articolo è stato pubblicato nella rivista Office Layout, n.178, luglio-settembre 2019