Per più di due anni non c’è stato contatto. Niente fiere, niente eventi, nessuna possibilità di toccare con mano i prodotti presentati in anteprima.

Nel 2022 ci siamo però ritrovati: un passo alla volta, con qualche restrizione in più, ma finalmente dal vivo. Fisicamente nello stesso posto.

Un’esperienza decisamente diversa da quella a cui la pandemia e il susseguirsi di lockdown ci hanno costretti.

Le persone negli ultimi tre anni sono diventate sempre più competenti a livello tecnologico e gli eventi realizzati per il pubblico online hanno alzato l’asticella a ogni passo: il digitale ha aperto le sue porte anche a chi prima era esitante. Un’evoluzione necessaria, che ha lasciato però sempre un piccolo vuoto dietro di sé, quel “fattore wow” che solo la reale presenza riesce a creare.

I visitatori di una fiera, come quelli di un museo o di una mostra, cercano qualcosa di più: vogliono sentirsi parte di un club esclusivo, vogliono essere guidati e in parte coccolati da chi li sta accogliendo. Si spostano, a volte anche per migliaia di chilometri, per immergersi completamente nell’esperienza fieristica e nei piccoli mondi creati dai brand in ogni stand.

Cambiando la prospettiva, dobbiamo considerare il valore che le fiere hanno per le aziende: sono uno dei principali strumenti di comunicazione, per le piccole imprese tanto quanto per le grandi industrie. Le fiere permettono di raggiungere più facilmente potenziali clienti, di aumentare la conoscenza del proprio brand e di stare al passo con le tendenze del mercato.

Come può il virtuale sostituire tutto questo?

In breve, non può. O meglio: non del tutto, perché tornare indietro non è più possibile.

L’evoluzione delle fiere: l’evento ibrido

Come anticipato, le persone negli ultimi anni si sono abituate a un utilizzo estensivo del digitale e si aspettano che i brand continuino a evolversi in termini di esperienze virtuali. Le fiere non fanno eccezione.

L’evoluzione del mercato si sta spostando verso un modello ibrido, proprio come il mondo del lavoro. La prospettiva futura è una sinergia tra online e offline, dove lo stand fieristico si apre a utenti dall’altra parte del mondo, permettendo anche a chi è lontano di scoprire le novità, interagire con i prodotti e confrontarsi individualmente con gli addetti ai lavori.

Creare un evento ibrido può prendere forme diverse, dalla “semplice” copertura day-by-day sui social all’uso di Realtà Aumentata (AR), che amplifica l’esperienza fisica, o di Realtà Virtuale, che la ricrea online.

Durante gli eventi, specialmente quelli di presentazione o educativi, il livestreaming è diventato quasi obbligatorio: l’interazione dei visitatori arriva in contemporanea dall’interno e dall’esterno della manifestazione, accendendo conversazioni e mettendo le basi per nuove partnership.

La fiera diventa così non solo un luogo d’incontro, per mettersi in gioco con un pubblico nuovo, ma anche la fonte di contenuti originali spendibili nel tempo, per continuare ad ingaggiare partner, fornitori, clienti e nuovi contatti.

Si tratta di una nuova sfida con altissime potenzialità, da non lasciarsi sfuggire. E Frezza è pronta anche questa volta.

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