Nessuno è perfetto, l’abbiamo ripetuto più e più volte. Non solo: non possiamo piacere a tutti, ed è normalissimo.
Quello che possiamo fare, però, è cercare di evitare tutti quei comportamenti e quelle abitudini che provocano fastidio agli altri. In alcuni casi si tratta di comprendere le esigenze (più o meno particolari) dei colleghi più stretti. In altri, molto più frequenti, di eliminare i modi di fare generalmente considerati seccanti o addirittura molesti.
Ma quali sono?
La statunitense Quality Logo ha intervistato quasi duemila impiegati americani per scoprirlo. Le classifica non stupisce affatto: al primo posto troviamo chi interrompe i colleghi che parlano, al secondo chi si appropria di meriti altrui, al terzo chi parla troppo di questioni personali.
Le abitudini fastidiose però sono veramente tante e non si limitano a queste. Abbiamo raccolto le principali.
Costanti ritardi
Essere puntuali è un segno di rispetto in ogni ambito della vita e al lavoro dovrebbe essere sempre una prerogativa. Molte persone però – purtroppo – sembrano non aver imparato questa “regola”: arrivano in ritardo in ufficio, si presentano dopo alle riunioni o si attardano troppo in pausa caffè. Alla lunga (ma neanche tanto) questo comportamento può irritare non solo i colleghi, ma anche i diretti superiori.
Usare continuamente il telefono (per questioni personali)
Non parliamo della sporadica chiamata di emergenza di un familiare, ma di un comportamento reiterato nel tempo. Usare le ore in ufficio per chiamate personali, per mandare messaggi o per un continuo scroll sui social media è un comportamento inaccettabile, non per le Risorse Umane, ma nei confronti dei colleghi. L’equazione è semplice: tempo al telefono = tempo in cui non si lavora (mentre gli altri lo stanno facendo).
Lamentarsi
Qualche riga più su parlavamo di oversharing delle questioni private; l’abitudine si fa ancora più pesante (e fastidiosa) se queste conversazioni vertono sui problemi personali, soprattutto se di scarso rilievo.
Chi si lamenta costantemente tiene spesso anche altri comportamenti infantili, in grado di guastare l’umore di chi sta loro vicino in pochissimi minuti.
Fare spesso (troppe) domande
Viviamo in un mondo che corre veloce, dove ogni minuto è prezioso per mantenere un’alta produttività. Dover spiegare più volte a un collega la stessa cosa può diventare non solo fastidioso, ma anche problematico. Quando si tratta di un nuovo assunto il comportamento è scusabile, ma lo stesso non accade con i colleghi più esperti: in questi casi la richiesta continua di chiarimenti si sviluppa per un ascolto disattento oppure – semplicemente – per perdere tempo.
Tono di voce troppo alto
Alcune persone hanno la tendenza ad alzare troppo la voce, soprattutto quando sono al telefono, in videocall o in riunione con i colleghi. Diventano veri e propri elementi di disturbo, soprattutto nelle aziende dove le postazioni operative sono organizzati in un open space.
La situazione peggiora quando il volume si alza per interrompere gli altri, per mettersi in mostra, rimproverare o controbattere l’opinione di qualcuno: un comportamento arrogante che in pochi riescono a sopportare di buon grado.
Esistono ovviamente tante altre abitudini più o meno fastidiose, dal picchiettare sulla scrivania allo schiarirsi la gola troppo spesso. Fortunatamente la maggior parte delle persone cerca di migliorare il proprio comportamento una volta avvisata: l’importante è approcciare sempre gli altri con tatto ed educazione, per non passare dalla parte del torto.
In caso contrario l’unica soluzione rimane il manager: una condotta irrispettosa da parte di un individuo può distruggere anche il team più affiatato, se non vengono presi provvedimenti severi.