Radar è uno dei prodotti più iconici della produzione Frezza-Emmegi: una collezione di sedute immediatamente riconoscibili, in continua espansione. Poltrone, pouf, divani e molto altro: il 2021 ha portato tantissime novità, già sfogliabili nel nuovo catalogo.

I protagonisti del nuovo episodio della nostra rubrica Frezza Partner Insights sono gli architetti Claesson Koivisto Rune, ideatori di questo elemento dal design unico. Lo studio di Stoccolma, fondato nel 1995 da Mårten Claesson, Eero Koivisto e Ola Rune, gode di fama internazionale, ha ricevuto numerosi prestigiosi premi (come Red Dot e Designer dell’Anno di Elle Décor Italia) ed è stato anche parte della Biennale di Architettura di Venezia, nel 2004.

Le risposte sono state curate da Eero Koivisto, co-fondatore dello studio.

 

1. Qual è stata l’ispirazione per la poltrona e il divano Radar, destinati alle aree lounge?

Volevamo progettare una versione moderna dell’iconica Poltrona Pavone. Una seduta dove il poggiatesta potesse creare uno spazio separato per la persona seduta, a cui abbiamo aggiunto una base girevole e diverse tipologie di schienale. A questo punto ci è sembrato naturale progettare un’intera collezione di sedute e tavoli, che si integrassero alla poltrona Radar originale.

2. Dovendo scegliere una caratteristica distintiva della collezione Radar, rispetto ad altri prodotti dello stesso genere, qual è?

Sicuramente l’ampio schienale, integrato in una seduta con base girevole. Se osserviamo Radar è evidente a cosa ci siamo ispirati per il nome.

3. Funzionalità e comfort. Quali sono le sensazioni che prova l’utilizzatore?

Siamo svedesi, quindi funzionalità e comfort – entrambe caratteristiche importanti nel design scandinavo – sono qualcosa che diamo per scontato al momento della progettazione (fare l’opposto è un po’ stupido a nostro avviso). La sensazione principale, quando ci si siede sulla poltrona Radar, è che l’ampio schienale “plachi” i rumori circostanti. Questo facilita la concentrazione. La base girevole permette inoltre di essere attivi durante incontri e riunioni, rotando semplicemente la seduta.

4. Qual è la filosofia progettuale alla base dei vostri lavori, così eleganti e creativi? Come andrebbe interpretata?

Non abbiamo una vera e propria filosofia del design. Cerchiamo di progettare oggetti “modestamente belli”, funzionali e performanti. Cerchiamo inoltre di evitare le tendenze del momento nei nostri lavori.

5. Quali requisiti dovranno soddisfare in futuro gli uffici moderni e gli spazi per la socializzazione?

Dovranno creare spazi per l’interazione fisica tra le persone. Quasi tutte le altre attività lavorative possono essere eseguite al di fuori dell’ufficio stesso.

6. Perché sentiamo una mancanza così forte dell’ufficio? Come possiamo rendere belli e performanti gli spazi condivisi?

In realtà non sentiamo la mancanza dell’ufficio. Sentiamo la mancanza di incontrare altre persone e interagire con loro. L’ufficio ideale del futuro è un luogo in cui le persone si possano sentire a loro agio mentre lavoro. Dove possono organizzare riunioni e socializzare con clienti e colleghi in un ambiente che stimoli l’ispirazione.

7. In questo mondo globale, il design dovrebbe avere uno stile internazionale o locale?

Il design è sempre ispirato e alimentato dai vari elementi che compongono un progetto. Sono il designer, il produttore, il budget, il paese, la cultura (globale e locale), la situazione attuale del settore, i media che seguono quel settore, i giornalisti, il pubblico, il mercato, ecc.

Una persona potrebbe essere finlandese, sposata con un danese, vivere in Svezia, guidare un’auto americana, progettare per un’azienda italiana un oggetto che verrà lanciato in Francia, ed essere intervistata da un grande portale di architettura che opera in Cile. Ma quella stessa persona farà shopping nel suo quartiere dopo il lavoro. E online quando è a casa. Forse il design ha già un approccio glocal?

8. Nominate un oggetto che potrebbe sparire dall’ufficio nella prossima decade.

Il computer fisso.

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