Quante volte pensiamo alla qualità dell’aria nell’ambiente in cui lavoriamo?

Ti sarà di certo capitato nella tua vita lavorativa: se ci sono più persone nella stessa stanza, c’è sempre chi preferisce la finestra chiusa e chi aperta, chi cerca di alzare il termostato e chi invece non vivrebbe senza aria condizionata.

L’obiettivo di tutti, in realtà, è avere un ufficio con un buon ricircolo d’aria, livelli standard di CO2 e, in generale, un basso “inquinamento indoor”, poiché impianti di ventilazione con condotti danneggiati, anziché permetterne il ricircolo, riemettono aria viziata diffondendo batteri, gas nocivi, funghi ed altre sostanze inquinanti presenti nell’edificio.

Non è solo una questione di comfort. La buona qualità dell’aria aumenta rendimento e produttività.

Alcuni laboratori di ricerca tra i più importanti al mondo, come Harvard e  l’Università della Danimarca, nella quale è presente un centro dedicato all’ambiente indoor, supportano studi in cui la conclusione è comune: la qualità dell’aria incide positivamente sulla funzione cognitiva dei lavoratori, aumentando la performance anche fino al 61%.

Le persone che lavorano in ambienti ben arieggiati, con bassi livelli di CO2 e di inquinamento degli spazi chiusi, ottengono punteggi migliori nell’elaborare strategie o pianificare attività rispetto a quelli che stanno in uffici chiusi e ‘meno green’.

Una cattiva areazione dell’ufficio può contribuire alla Sick Building Syndrome, ovvero “Sindrome da Edificio Malato”. La SBS Syndrome è caratterizzata da sintomi non gravi ma che influiscono sull’assenteismo e la qualità professionale dei lavoratori. Sono per lo più di tipo respiratorio (naso e torace chiuso), ma anche di tipo cutaneo (secchezza della pelle) o altri segnali come affaticamento, sonnolenza, cefalea, febbre e dolori muscolari.

I possibili inquinanti che rendono meno salubre la giornata lavorativa sono di diverse tipologie. Si ha infatti a che fare con sostanze ed elementi di varia natura:

  • biologica, come per esempio le muffe, i funghi e i batteri
  • fisica, come i campi elettromagnetici e il radon
  • chimica, come i composti organici e inorganici volatili

Come migliorare la qualità dell’aria in ufficio?

  1. “Cambia l’aria”, aprendo la finestra
    Si tratta di un consiglio adatto solo ad alcuni ambienti ma fai entrare l’aria fresca tutti i giorni.
  2. Mantieni l’ufficio pulito
    La polvere è uno dei primi nemici della qualità dell’aria! Non limitarti alle superfici, ma controlla anche sotto documenti e archivi vari.
  3. Tieni sotto controllo l’umidità
    La percentuale dovrebbe attestarsi tra il 30 e il 50%, per evitare la formazione di muffe e altri allergeni. La soluzione? Un normale deumidificatore.
  4. Se necessario, utilizza un purificatore d’aria
    In stanze in cui non è possibile aprire le finestre o dove entra molto smog dall’esterno, è indispensabile il purificatore d’aria. Si consiglia il purificatore con filtro HEPA, in grado di bloccare anche le polveri sottili.
  5. Pulisci/sostituisci i filtri dell’aria regolarmente
    Condizionatore, deumidificatore e purificatore d’aria vanno puliti regolarmente, per evitare la formazione di polvere, muffa e altri agenti patogeni e/o inquinanti.
  6. Porta del verde nella stanza
    Esistono alcune piante in grado di purificare l’aria, assorbendo dall’aria monossido di carbonio, benzene e formaldeide. I nostri consigli? Il Falangio (chiamato anche pianta ragno) e il Pothos, sempreverdi e facili da curare!

Per le aziende invece è importante controllare l’inquinamento indoor all’interno dei propri magazzini, uffici e punti di vendita attraverso appositi software di monitoraggio dei parametri ambientali. Tali strumenti consentono di valutare in tempo reale la qualità dell’aria, l’umidità, la presenza di gas radon, la concentrazione di anidride carbonica e altri indici.

Solo sapendo quali sono le sostanze inquinanti presenti nell’aria interna, è possibile agire per rendere gli ambienti lavorativi più salubri per i lavoratori, e salvaguardare il loro benessere e quello dell’azienda.