Perché lo sport in pausa pranzo fa bene
Lo sport fa sempre bene, a qualsiasi orario. Chi sceglie di allenarsi durante la pausa pranzo, spezza la giornata lavorativa con un’ora di movimento. Questo è molto importante per il metabolismo, la circolazione sanguigna e la salute. Con una sola ora di allenamento si possono minimizzare tutti gli effetti negativi dopo una mattinata seduti alla scrivania. Fare attività fisica all’ora di pranzo comporta inoltre un picco di incremento metabolico successivo a quello tipico della mattina: ciò significa avere il metabolismo al massimo regime per quasi tutta la giornata. Il risultato è che anche a riposo si bruciano più calorie e si dimagrisce più in fretta con minor sacrificio.
Bassa intensità, alta costanza
Nei tempi compressi dell’intervallo lavorativo, le attività ideali sono quelle “soft” come la camminata veloce, il pilates, la bici (anche da camera), lo yoga. Non devono essere considerate delle alternative “povere” alla palestra, perché se praticate con costanza durante i break, possono tradursi in benefici tangibili per il fisico, la mente e migliorare le performance aziendali.
“La linea di demarcazione” “è l’intensità dell’esercizio, se eccessiva o troppo concentrata, si rischiano solo stress e sovrallenamento”.
Le prove provengono da più fonti. Alcuni ricercatori dell’Università di Leeds studiando 200 lavoratori che impiegavano la pausa pranzo quotidiana in esercizi dai 30 ai 60 minuti hanno registrato diffusi incrementi nei livelli di motivazione e soddisfazione per il lavoro. Un altro studio, pubblicato dall’International Journal of Workplace Health Management, fotografa miglioramenti del benessere percepito, incrementi di produttività e minori assenze lavorative per chi riesce a combinare una riduzione dell’orario con una pausa dedicata all’attività fisica.
Yoga in ufficio?
Alcuni studi si soffermano sui benefici dello yoga. Una ricerca britannica evidenzia come un programma di sei settimane svolto in pausa pranzo, avrebbe riflessi positivi sui principali indicatori di produttività: capacità di apprendimento, autonomia, energia, motivazione. Non solo: i partecipanti – 48 impiegati d’ufficio – associavano alla pratica dello yoga un miglioramento della soddisfazione complessiva e una maggiore sicurezza nelle situazioni di stress.
A favore dello yoga gioca anche una serie di fattori pratici: non si suda troppo, non servono attrezzature particolari, né lunghi riscaldamenti e aiuta persino a combattere la crisi di zucchero post pranzo. Ci si immerge in un’esperienza che ha regole totalmente diverse da quelle del lavoro. La parola cede il posto all’ascolto di sé stessi, alla chiarezza mentale e l’ambiente non è competitivo né gerarchico”.
Quando la pausa pranzo non è una buona scelta per lo sport
Se si hanno momenti di pausa davvero brevi, o se spesso bisogna rinunciarvi perché il lavoro non garantisce un’organizzazione fissa e regolare degli orari, è preferibile scegliere un altro orario per fare sport e allenarsi la sera a fine giornata lavorativa. Lo sport in pausa pranzo è sconsigliato anche a chi ha problemi o difficoltà digestive: mangiare subito dopo aver fatto esercizio fisico, magari pressati da tempi stretti, potrebbe far peggiorare problemi come gastriti o ulcere.
In ogni caso vale sempre la prima e la più efficace regola dell’attività fisica: ovvero fare quella che piace di più.